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giovedì 2 dicembre 2010

La Storia della Radio

Anni ‘30 Nel 1928 l'URI divenne EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). Il fascismo stabilì che l'informazione fosse gestita dall'agenzia Stefani, l'organo di stampa ufficiale del regime. La gente, non potendo permettersi una radio nella propria casa, si recava ad ascoltarla nei bar e nei locali pubblici, e la propaganda fascista favorì la diffusione di altoparlanti che, collegati agli apparecchi radiofonici, trasmettevano i discorsi del Duce nelle piazze di tutto il Paese. Nel 1930 iniziò la trasmissione dei primi spot pubblicitari e, a seguire, di nuovi programmi: nel 1931 viene diffusa la prima radiocronaca dell'incontro di calcio fra Italia e Ungheria; lo stesso anno viene fondata, su impulso di Papa Pio XI, Radio Vaticana; durante le elezioni presidenziali americane del 1932, la radio trasmette e diffonde nelle case d’America i programmi dei candidati dalla loro viva voce. Con il progetto “Radiorurale”, nel 1933, la radio venne diffusa in tutte le scuole d'Italia e permise a molti studenti di approfondire la conoscenza della lingua italiana ancora sconosciuta alla maggioranza degli italiani.
Al 1934, invece, risale il primo trionfo della radio grazie alla rivista “I quattro moschettieri”. Nello stesso anno si contavano 900.000 ascoltatori ma in realtà i “radioamatori” erano più di otto milioni.
Nel 1935, in occasione dell'invasione italiana dell'Etiopia, si diffuse il genere della radiocronaca, ovvero della cronaca in diretta dai luoghi di battaglia e sullo svolgimento della guerra. Nel 1936 da Roma-Prato Smeraldo fu avviato il primo trasmettitore a onde corte per l'estero. Nel 1938 si contava un milione di abbonati.


Anni ‘40: La seconda guerra mondiale Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'ingresso dell'Italia il 10 giugno 1940 favoriscono il lancio definitivo della radio che era all'epoca il mezzo più potente e veloce per le comunicazioni belliche. Le difficoltà della guerra e i bombardamenti alleati rendono difficili le comunicazioni dell'EIAR e dopo l'8 settembre 1943, il paese è spaccato in due. L'EIAR si trasferisce a Milano e da qui diventa la radio ufficiale della Repubblica di Salò mentre nell'Italia liberata nascono nuove radio: Radio Bari, Radio Napoli, Radio Roma. Nei territori occupati, invece, si diffonde l'ascolto clandestino delle radionemiche: Radio Mosca, Radio Vaticana e soprattutto Radio Londra che, sebbene fossero proibite per legge anche con la morte, sono l'unica fonte per conoscere la verità sull'andamento della guerra.


Anni ‘50 Passata la guerra, vengono ricostruiti gli impianti di diffusione . Nel 1949 la radio assume il nome di RAI (Radio Audizioni Italia) e vede iniziare il suo periodo d'oro: il prezzo degli apparecchi si riduce e la radio entra nelle case della maggioranza degli italiani. Nel 1951 viene trasmessa in diretta la prima edizione del Festival di Sanremo. Nello stesso anno la riforma del sistema radiofonico stabilisce la creazione di tre reti: Nazionale, Secondo e Terzo, inoltre viene regolarizzato il radio-giornale che secondo la legge deve essere imparziale e a tal proposito viene istituita la commissione parlamentare di vigilanza. Nel 1954, con l'avvento della televisione, la radio deve cercare nuove strategie per reggere la concorrenza del nuovo strumento: avvia così la sua programmazione giornaliera e notturna. L'invenzione dell'autoradio e del transistor trasformano la radio in un oggetto trasportabile ovunque, inoltre, negli anni del boom economico, essa diventa la colonna sonora del nuovo senso di libertà che si diffonde soprattutto fra i giovani.

Anni ‘60 Nel 1960 avviene la differenziazione in tre canali per rispondere alle esigenze di un sempre maggior numero di utenti: il Nazionale diventa Primo e si dedica all'informazione politica e sociale; il Secondo punta sulla prosa, sulla musica e sul varietà; il Terzo diventa il canale culturale ma non eccessivamente. Nel 1966 dal Principato di Monaco iniziano le trasmissioni di Radio Montecarlo, la quale può operare in Italia perché la sua stazione si trova all'estero. La Rai decide di ricorrere al tribunale che dà ragione all'azienda di stato e costringe Radio Montecarlo a interrompere le trasmissioni. La contestazione studentesca del 1968 investe anche la radio: cambia il pubblico e si affermano nuovi generi. Un programma manifesto di questo periodo nasce nel 1969 ed è “Chiamate Roma 3131”, ovvero tre ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori che arrivano a toccare anche punte di dieci milioni, condotto da Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei.

Anni ‘70 Nel 1973 parte il progetto delle “Interviste Impossibili” in cui i maggiori intellettuali italiani immaginano di incontrare celebri personaggi del passato: uno degli esempi più celebri è l'intervista che Umberto Eco farà ad un'immaginaria Beatrice. Nel 1976 il monopolio della RAI sulla radiodiffusione viene infranto dalla sentenza 202 della Corte Costituzionale; contemporaneamente si dà atto che le emittenti attive in Italia sono circa 400: si tratta delle cosiddette "radio pirata" che poi saranno chiamate "radio libere", un fenomeno tipico degli anni settanta destinato a crescere. La radio libera è una emittente di piccole dimensioni sia in termini di studio radiofonico, antenna di trasmissione, che di costi di gestione, in grado di coprire un'area di pochi chilometri quadrati, spesso interna ad una città. Di solito trasmettono in modulazione di frequenza (FM), una tecnologia che garantisce una qualità più elevata. La radio libera si sviluppa con intenti diversi: trasmettere musica indipendente , notiziari locali, idee politiche (le prime radio libere hanno una connotazione politica di sinistra). Trasmettono la musica ribelle degli anni settanta e conquistano soprattutto il pubblico giovanile, contribuiscono a rinnovare il settore radiofonico grazie anche ad idee nuove ed a programmi originali. Più tardi nasceranno anche radio a connotazione tipicamente religiosa, come Radio Maria. Fra le radio che nascono in questi anni le principali sono: Radio Milano International (poi Radio 101) destinata a diventare la prima grande rete privata nazionale; GBR, anch'essa di grande diffusione ed a cui si aggiunse una TV; Radio Radicale, molto seguita per il contenuto politico-informativo; Radio Studio 105 (poi Radio 105); da Roma Radio Dimensione Suono; da Bologna Radio Lattemiele e Radio Alice.
Intanto la RAI inizia un processo di ristrutturazione per adeguarsi alle nuove esigenze del pubblico ed affrontare la concorrenza, andando tuttavia incontro al declino.

Anni ‘80 In questo periodo aumenta la professionalità dei conduttori radiofonici, la qualità dei programmi, la dimensione degli studi. Ciò avviene in concomitanza con l'aumento degli introiti pubblicitari; si parla non più di radio libera ma di radio privata. Nel 1981 Claudio Cecchetto rileva Radio Music e fonda a Milano Radio Deejay destinata a imporsi sul mercato nazionale come l'emittente più seguita d'Italia. Nasce anche Radio Italia e Radio Italia Network. Nel 1982 la Rai lancia due nuovi canali: RaiStereoUno e RaiStereoDue sulle nuove frequenze FM e con una riforma strutturale favorisce una modernizzazione degli stili sul modello delle radio private. Nel 1988 con la riforma del servizio radio-televisivo pubblico, le reti radiofoniche RAI rinunciano ad inseguire la concorrenza privata dal punto di vista degli ascolti puntando invece sulla qualità, trasformandosi in programmi d'approfondimento e intrattenimento. Nello stesso anno nasce Audiradio che riunisce la RAI, la Sipra e altre organizzazioni del settore con lo scopo di effettuare indagini periodiche a livello nazionale per la rilevazione dell'ascolto radiofonico.

Anni ‘90 Negli anni novanta si diffonde la formula del network. Nello stesso tempo si ha la scomparsa di molte radio più piccole. Nascono in questi anni Radio Capital (1995) e Radio 24 (1999), la prima radio italiana all-news che è anche la prima rete legata ad un quotidiano, il Sole 24 Ore. Nella prima metà degli anni '90 si registra un calo di ascolti dovuto alla concorrenza della televisione. La diffusione di Internet e la nascita delle web radio alla fine degli anni novanta rilancia però la radio dandole una nuova connotazione sociologica, infatti molte emittenti si dotano di un sito Web.

Il 2000 Nel nuovo millennio si diffonde la nuova tecnologia DAB (Digital Audio Broadcasting) che lancia la nuova "radio del duemila". Il DAB garantisce una qualità dell'ascolto pari a quella di un CD, prevede l'impiego di trasmettitori terrestri (DAB-T) e satellitari (DAB-S), e antenne non direzionali per la ricezione. Accanto al DAB, che, comunque, non riscuote un grande successo, viene diffuso anche il DRM, considerato di qualità migliore e si sperimenta la tecnologia FMeXtra, che prevede la trasmissione simultanea di un pacchetto digitale assieme a quello analogico in FM. In Italia la radio riscopre un successo straordinario con ascolti altissimi, favorita, forse, anche dal contemporaneo calo degli spettatori televisivi. La radio musicale si dimostra in grado di condizionare i gusti del pubblico, ma anche la radio generalista e la Rai ha di nuovo successo grazie a programmi come “Viva Radio2”, condotta dai comici Fiorello e Marco Baldini che propongono sketch e imitazioni. Il web diventa una parte quasi indissolubile di questo mezzo. Ad esempio la trasmissione Zoo di 105 su Radio 105 è diventata in poco tempo il programma più ascoltato in Italia dalle 14 alle 16, grazie alla Rete con la sua possibilità di interagire con i deejay e guardare i fuori onda.

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